PIETRASANTA. Il PD pietrasantino interviene sulla vicenda dei presepi negli asili: “Esprimiamo condanna e rammarico per le parole con cui Mallegni si è rivolto alla coordinatrice degli asili nido, riguardo la discussione sull’allestire o meno il presepe in queste strutture: al di là del giudizio di merito, riteniamo che qualunque sia la soluzione scelta, questa non verrà presa con leggerezza e superficialità, ma anzi sarà frutto di confronto fra la coordinatrice, le educatrici e i genitori dei bambini e dunque ben ponderata cercando di contemplare le sensibilità di tutti e non di qualcuno nei confronti di altri.

E condanniamo altresì chi ipocritamente si erge a paladino dei valori giudaico-cristiani (sic!) e al contempo strumentalizza il presepe come arma di distrazione di massa: non ci stiamo a far diventare oggetto di scontro politico un simbolo principe del Natale e dei valori familiari, prima ancora che dei valori cristiani; che in quanto tale deve essere proposto e non imposto, non oggetto di divisioni, ma di inclusione, dialogo, conoscenza. Perché solo dalla conoscenza delle diverse culture nasce il rispetto reciproco in grado di sconfiggere l’ignoranza e la paura dell’altro che sono alla base dell’intolleranza, dell’odio e del terrorismo.

Che Mallegni se ne faccia una ragione: siamo nel 2015, non nel Medio Evo; viviamo in un mondo globale e la vera sfida è rappresentata dal tentare in tutti i modi di far convivere e dialogare persone e popoli con culture differenti.

Ricordiamo a Mallegni che, benché eletto da una parte degli elettori, è sindaco di tutti, anche di quelli che non la pensano come lui; sono cittadini di Pietrasanta anche quei genitori che portano i bambini agli asili nido locali e a cui dice di tornarsene “a casa loro”. Be’, che si metta l’animo in pace: “casa loro” è qui.

Ciò che proponiamo a chi fa il delicato mestiere dell’educatore è che, se lo riterrà opportuno, non rinunci all’allestimento del presepe e dell’albero di Natale, facendo in modo che diventi un momento di incontro e di conoscenza delle radici del nostro Paese e di tradizioni profondamente consolidate nel nostro comune sentire, e non un’imposizione: siamo sicuri che nelle nostre scuole vi siano persone dotate dei mezzi e delle conoscenze opportune per trovare l’idea giusta per fare questo.

Riteniamo infine che se davvero vogliamo difendere e far conoscere i nostri valori, la nostra cultura e identità, lo si possa fare in modo migliore traducendole quotidianamente in gesti concreti e non con l’ipocrisia di mere crociate di facciata in difesa di simboli, fatte solo per qualche consenso in più. Siamo ciò che facciamo, non ciò che mostriamo.”

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